Seminario Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni
Dal Lamento al Vuoto: Le Troiane tra Euripide e Ravenhill
Cosa rimane di Troia, oltre le sue macerie?
Le donne troiane, protagoniste del dramma di Euripide e ripensate da Mark Ravenhill, ci invitano a riflettere su ciò che resta dopo la distruzione: il corpo, la memoria, il vuoto. È da qui che parte il seminario condotto da Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni di lacasadargilla, un viaggio teatrale che indaga il significato della perdita e della resistenza. Le Troiane non sono solo testimoni di un disastro, ma anche simboli della capacità umana di sopravvivere al dolore.
La compagnia lacasadargilla intreccia tradizione e contemporaneità, creando un dialogo fra i linguaggi del corpo, del testo e dello spazio. La loro poetica non cerca soluzioni definitive, ma esplora domande irrisolte: cosa significa essere vittime in un mondo frammentato? Qual è il ruolo della memoria nella ricostruzione di un’identità collettiva?
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Un teatro di stratificazioni
Il metodo di lacasadargilla è un caleidoscopio di significati e prospettive. Come accade ne Il Ministero della Solitudine o in Anatomia di un suicidio, la narrazione si costruisce attraverso frammenti che si sovrappongono, creando una simultaneità di storie. Si esplora un tempo non lineare: passato, presente e futuro coesistono, come se ogni gesto o parola fosse un’eco di qualcosa che è già accaduto o che potrebbe ancora accadere.
Nelle Troiane, questo approccio si riflette nella costruzione di uno spazio in cui convivono perdita e resistenza. La casa distrutta, simbolo del rifugio perduto, diventa metafora di un’identità frantumata che deve essere ricomposta: cosa resta sotto ciò che vediamo?

Il corpo come archivio di impulsi
Nel seminario, il respiro è stato il motore di un movimento che genera impulsi, scatti. Si diffonde gradualmente, propagandosi fino alle estremità, animando gli arti in movimenti involontari. Non c’è controllo imposto, ma un lasciarsi andare a scatti scomposti, imprevedibili, lontani dal concetto tradizionale di danza come figura corporea preimposta.​ Il corpo è esplorato attraverso la danza continua, che spinge gli attori a mantenere un movimento ininterrotto, attraversando equilibrio e disorientamento. Questa esplorazione rompe l’idea di movimento coreografico o ritmico: è un dialogo intimo tra la tensione e il rilascio, in una danza frammentata che si nutre dell’energia generata dal respiro stesso. L’attore, in dialogo con l’imprevedibile, si abbandona al puro impulso, trascinato in uno spazio di continua trasformazione.
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Cosa significa lasciare andare ogni controllo, abbandonarsi al movimento e al vuoto? Forse, in questo stato di vulnerabilità, le Troiane trovano la loro forza: i corpi frammentati dalle guerre resistono, reagiscono, sopravvivono. Nelle Troiane, il vuoto è anche quello della casa perduta, che non è solo uno spazio fisico, ma un luogo simbolico di intimità e appartenenza. La casa distrutta lascia i suoi abitanti in balia di un deserto emotivo. Come si può abitare uno spazio quando non si ha più una casa?
La memoria e l’identità è un tema trasversale nel lavoro di lacasadargilla, intesa come un "fantasma" che costruisce identità fragili e imperfette. Nelle Troiane, questo si traduce nella ricerca di un equilibrio tra ciò che è stato e ciò che può ancora essere salvato. Il dolore delle protagoniste non è solo personale, ma collettivo, una testimonianza che deve essere tramandata per non essere dimenticata.


Il parallelismo temporale
Le buste e il tempo parallelo: frammenti di vita, di dialoghi di corpi, di silenzi che si intrecciano
Nel seminario si è lavorato con delle lettere: ognuna di queste contiene frammenti di storie: un testo, una parola, una frase, una suggestione che l’attore deve integrare istantaneamente nella propria azione, seduto nello spazio accanto agli altri, fronte pubblico. Il tempo non segue un’unica linea, ma si moltiplica, si frammenta in percorsi che coesistono e si influenzano reciprocamente. Gli attori reagiscono a ciò che ricevono, creando una mappa viva di connessioni e distanze.
​Come si muovono i personaggi in un tempo che non appartiene mai del tutto a loro?
Ogni frammento diventa un tassello che chi guarda deve ricomporre, come se si stesse di fronte a una sinfonia di vite spezzate ma ancora vive. Si entra dunque in un crocevia di tempi, una galleria di memorie e di possibilità che si scontrano, si contaminano, si rispondono, seppur seguendo una propria linea precisa.
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Ogni frammento diventa un tassello che chi guarda deve ricomporre, come se si stesse di fronte a una sinfonia di vite spezzate ma ancora vive. Si entra dunque in un crocevia di tempi, una galleria di memorie e di possibilità che si scontrano, si contaminano, si rispondono, seppur seguendo una propria linea precisa.

Riflettere sul presente attraverso la tragedia
Come possiamo osservare il nostro tempo attraverso il prisma delle Troiane?
La tragedia di Euripide, rivisitata da Ravenhill e reinventata da lacasadargilla, ci spinge a confrontarci con i lati più oscuri della nostra società: l’alienazione, il nichilismo, la disumanizzazione. Ma ci ricorda anche che, nel mezzo della distruzione, è possibile trovare un senso, una forma di resistenza.
A cura di Margot Océane