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Seminario Liv Ferracchiati

Edipo Re di Sofocle

La seconda tappa del percorso della Piccola Università Teatrale ha visto un intenso lavoro con Liv Ferracchiati, autore, regista e performer, che ha guidato un’esplorazione drammaturgica dell’Edipo Re di Sofocle. L’attività si è configurata come un viaggio profondo e personale nel testo, volto a scoprire i suoi significati e temi essenziali. Ogni attore ha scelto un personaggio come fulcro della propria ricerca e riscrittura. L’analisi è stata condotta alternando momenti di scrittura libera, creazione di immagini e musica, in un dialogo costante tra lavoro individuale e collettivo. Questa immersione ha consentito di affinare visioni e prospettive, radicandole in una ricerca autentica e personale.

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I classici greci, come sottolineato da Liv Ferracchiati, rappresentano il fondamento del teatro occidentale e offrono uno specchio atemporale dell’esperienza umana. Con la loro universalità, attraversano il tempo, coniugando profondità intellettuale ed estetica letteraria. I personaggi della tragedia greca vivono di contraddizioni, animati da virtù, passioni e debolezze che li rendono profondamente umani. Questo teatro riflette un senso di caos primordiale, un intreccio di istinti e fragilità che, privo di ordine, rischia di diventare distruttivo. Esplora il dilemma umano, costretto tra necessità (ananke), destino (moira) e libertà di scelta (proairesis), ponendo l’attenzione su come, nonostante i vincoli del destino, l’essere umano possa dare significato personale alle proprie azioni scegliendone la qualità e il modo.

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Liv Ferracchiati, grazie alla sua capacità di attraversare linguaggi e discipline, avvicina la scrittura all’attore, partendo dall’idea che l’attore, per sua natura, “sente” la scena e le dona ritmo già nella fase di scrittura. La padronanza del testo e il suo intreccio con la sensibilità dell’autore diventano il punto di partenza per un processo di riscrittura consapevole. Questo viaggio, che alterna momenti di calma a vere e proprie tempeste creative, trasforma il caos iniziale in una visione organica e precisa. La scrittura si arricchisce di immagini, musica, corpi e luci, fondendosi con lo spazio scenico – astratto o concreto – per dare vita a un’opera unica. Questo lavoro artigianale permette all’attore-autore di dialogare con tutti i linguaggi del teatro – testo, luci, scene, suoni – componendo un’armonia organica che rende unico il percorso creativo.

Incontro con Carmelo Rifici

L’esperienza è stata arricchita dall’incontro con Carmelo Rifici, avvenuto dopo la visione dello spettacolo Sogno di una notte di mezza estate (commento continuo) al Piccolo Teatro di Milano. Durante l’incontro, Rifici ha condiviso il proprio percorso artistico, profondamente radicato nella letteratura, nella psicologia e nella filosofia. La 'violenza', tema centrale di molte delle sue opere, è emersa come un filo conduttore che attraversa il suo lavoro.

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L’approccio di Rifici è stato descritto come una linea di ricerca sinuosa e organica, in cui l’arte si intreccia con la vita. Il suo messaggio sottolinea l’importanza dell’ascolto di sé stessi e del mondo per costruire percorsi creativi autentici, capaci di evolversi in modo naturale e coerente.

A cura di Margot Océane

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